Invecchiare bene è il sogno di tutti, ma dovremmo sapere che questa possibilità dipende in gran parte da noi: parola di scienziato.
La vecchiaia è per molti versi ancora un tabù delle nostre società. Il proliferare di rimedi anti-ageing e “aiutini” vari (dal viagra alla chirurgia estetica) sta lì a dimostrarlo. Ma voler opporsi con tutte le proprie forze contro il tempo che passa non è necessariamente un male. Fondamentalmente, gli ottimisti credono di poter controllare la propria vita e apportarvi miglioramenti. Ciò significa che credere in una vecchiaia sana e impegnata è spesso una profezia che si autoavvera.
Le persone con un simile approccio al domani tendono a godere di una salute migliore e sono più attive e socievoli. È va da sé che gli ottimismi di natura hanno tendenzialmente convinzioni positive sull’invecchiamento. Non è un dettaglio da poco. Il tratto della personalità legato all’invecchiamento positivo garantisce un allungamento medio della vita di ben 8 anni!
La personalità che fa rima con longevità
Secondo la dottoressa Shelbie Turner, autrice di studi e ricerche sul tema, “il modo in cui pensiamo a chi saremo in età avanzata è molto predittivo di come saremo esattamente”. Le persone che si immaginano in modo più positivo a 50 anni tendono ad avere una salute migliore 40 anni dopo. Hanno meno probabilità di subire un infarto o una morte prematura, una memoria migliore e più voglia di vivere. La professoressa Karen Hooker, altra esperta in materia, conferma: “Ricerche precedenti hanno dimostrato che le persone che hanno una visione positiva dell’invecchiamento a 50 anni vivono in media 7,5 anni in più rispetto alle altre”.
In un nuovo studio, 244 soggetti sono stati sottoposti a un test dell’ottimismo e della visione sul futuro. Ogni partecipante ha elencato due sé futuri “sperati” e due sé futuri “temuti”. Molti hanno per esempio espresso il timore di malattie croniche e sofferenze e la speranza di rimanere sani e attivi. I risultati hanno evidenziato che le persone ottimiste sono più positive riguardo all’invecchiamento.
Le persone anziane sono spesso giudicate come affette da problemi di memoria, con difficoltà nell’esercizio fisico e pericolose al volante. “I bambini di 4 anni hanno già stereotipi negativi sugli anziani – rimarca la prof.ssa Hooker -. Quindi, ovviamente, se sei abbastanza fortunato da vivere fino alla vecchiaia, alla fine te li ritrovi addosso”. Ma anche le persone anziane a volte rafforzano questi stereotipi per il modo in cui si comportano e pensano all’invecchiamento. Invece “devono rendersi conto che alcune delle conseguenze negative sulla salute in età avanzata potrebbero non essere determinate biologicamente. La mente e il corpo sono intrecciati”.
In altre parole, se crediamo che accadranno cose brutte, nel tempo ciò può erodere la nostra volontà e forse anche la nostra capacità di impegnarci in quei comportamenti salutari che possono mantenerci sani. La promiscuità sociale di giovani e anziani aiuterebbe a generare opinioni positive sull’invecchiamento, conclude Hooker: “Più stai con le persone anziane, più ti rendi conto che non è poi così male. Gli anziani possono fare alcune cose meglio dei giovani. Aumentare le opportunità per le relazioni intergenerazionali è un modo per rendere le persone più ottimiste sull’invecchiamento“.