Da uno studio emerge un dato allarmante: aumenta l’esposizione al web dei giovanissimi ma manca il supporto degli adulti in termini di corretto utilizzo e di sicurezza. Ecco cosa é emerso ed i rischi principali.
Partiamo da un dato: sempre più giovani e giovanissimi sono esposti alla tecnologia informatica ed al web a partire dalla tenera età. Un po’ per passatempo, un po’ per gioco, ma anche per navigare tra le pagine del World Wide Web. E non sempre sono assistiti opportunamente dagli adulti, siano essi i loro genitori e tutori oppure i loro insegnanti.
Così la società internazionale Kaspersky, specializzata in cybersicurezza, ha effettuato di recente uno studio approfondito per comprendere quali siano oggi le abitudini di navigazione dei bambini, nonché le loro competenze informatiche. E, di conseguenza, il livello ed il tipo di rischio al quale vengono esposti su base pressoché quotidiana.
Lo studio é stato effettuato nell’area territoriale del continente europeo ed ha valutato le conoscenze riguardo al web e l’utilizzo che ne compiono sei mila minori, sparsi in otto diversi Paesi. Tra questi, la società ha preso in analisi anche mille minori in Italia. Utilizzo dell’email, riconoscimento di tentativi di phishing, condivisione di informazioni personali: come si comportano i nostri bambini a riguardo?
I risultati emersi dallo studio di Kaspersky: quanto e cosa stanno rischiando i bambini internauti d’Europa
I dati emersi dallo studio della società di cybersicurezza Kaspersky non sono confortanti: in prevalenza, la maggior parte degli intervistati si ritiene particolamente esperta nell’utilizzo del web ma, approfondendo le abitudini e le modalità di navigazione, si rivelano lacune particolarmente significative.
“Questa ingenuità si scontra con il loro presunto livello di conoscenza informatica”, ha dichiarato David Emm, Ricercatore della Sicurezza e delle Analisi di Gruppo di Kaspersky. Ed ha proseguito: “Giochi e quiz online sono spesso utilizzati dai criminali come strumenti per raccogliere quante più informazioni possibili sugli utenti”: il 54% dei quali ha ammesso di essere ben disposto a rivelare le proprie generalità, dati personali come il nome del proprio animale domestico (spessissimo utilizzato come password) o del proprio programma televisivo preferito, rispondendo a domande che vengono avanzate loro sul web.
Inoltre il 72% degli intervistati é risultato non essere in grado di riconoscere una email fasulla né diversi tentativi di phishing. Ed il 58% degli adulti ha ammesso di non essere di alcun supporto ai propri figli che, in molti casi, ritengono addirittura essere più esperti di loro.
Non vi é dubbio dunque che la minaccia corra sul web. E che occorranno percorsi di formazione e di accompagnamento, non soltanto per i bambini, che mettano il più possibile al riparo da potenziali minacce, anche quelle più facilmente riconoscibili.