Si tratta di quello che è stato considerato il “chilometro più bello di Italia”, in Calabria un gioiello della nostra penisola che sprigiona un senso di pace e libertà
L’Italia è bellissima, in ogni luogo, in ogni angolo è possibile respirare aria di caratteristico. Ci sono dei posti incantevoli che riescono ad evocare sensazioni inspiegabili.
Un vero e proprio lusso per gli occhi e per lo spirito, che rende un luogo mozzafiato il ritrovo per coloro che vogliono godere della natura che si incastra con l’architettura ben studiata.
Uno di questi luoghi è stato considerato il chilometro più bello di Italia per alcuni speciali e peculiari caratteristiche. Si tratta di una zona di costa davvero particolare che ha illuminato e ospitato grandi personaggi di tutti i tempi.
Si tratta del Lungomare Falcomatà che ha una lunghezza di 1,7 km di costa calabra che collega piazza Garibaldi con piazza Indipendenza.
Lo stile Liberty caratterizza questa zona costiera di Reggio Calabria che affaccia sullo stretto di Messina. Patria dell’antica Grecia, il Lungomare Falcomatà si trova a pochi passi dal Museo Archeologico Nazionale della Magna Grecia. Un sogno nel sogno ricco di monumenti, palazzi storici, vegetazione e mare limpido.
Un vero gioiello da visitare, non solo in estate, ma tutto l’anno. Il paesaggio è in grado di stupire con in suoi effetti scenici, grazie ad una sapiente e ben studiata architettura. Armonia che si snoda in poco più di un chilometro di costa.
Numerose attività commerciali offrono ai turisti un luogo di ritrovo piacevole e di sosta tra il Duomo e il magnifico Castello Aragonese.
Il luogo è stato definito il “chilometro più bello d’Italia” dal poeta vate, Gabriele D’Annunzio. Il poeta di Pescara avrebbe definito tale il lungomare Falcomatà per un “miraggio” legato alla fata Morgana.
In realtà sembrerebbe che il poeta del Decadentismo no abbia mai messo piede a Reggio Calabria. Ma questa informazione è stata più volte smentita con il contrario.
Ad ogni modo, fu il telecronista Nando Martellini quando il 27 marzo 1955 si trovò presso il lungomare Falcomatà per commentare il Giro della Provincia di Reggio Calabria organizzata dallo Sporting Club di Reggio Calabria. Fu lui ad attribuire la frase al vate.