Si riaccende il dibattito sull’uso di sostanze di cui non si sapeva nulla: ecco la testimonianza dell’ex campione
Le recenti scomparse di Sinisa Mihaijlovic e di Gianluca Vialli hanno riaperto un fronte. Quello delle sostanze assunte dai calciatori, soprattutto tra gli anni ’80 e ’90. In questi giorni, diversi ex giocatori hanno parlato. Ma questa ammissione è davvero inquietante.
Un fronte riaperto, dicevamo. Sì perché se ne era già parlato e parecchio molti anni fa. Quando ad ammalarsi furono ex giocatori come l’ex difensore del Genoa, Gianluca Signorini, morto nel 2002, ma, soprattutto, Stefano Borgonovo, ex attaccante della Fiorentina, ammalatosi di SLA e morto nel 2013.
Tutti giocatori che hanno costruito la propria carriera tra gli anni ’80 e ’90. Proprio come Mihaijlovic e Vialli. Il primo, morto dopo una battaglia lunga alcuni anni contro la leucemia. Il secondo, invece, colpito dal tumore al pancreas, probabilmente il più aggressivo tra questi mali.
E, allora, tanti ex giocatori ora hanno paura e, alla spicciolata, escono allo scoperto. Il primo tra tutti è stato Dino Baggio, ex centrocampista di Parma e Juventus e finalista con la Nazionale a USA ’94. Baggio ha ipotizzato che queste malattie e queste morti possano essere collegate alle sostanze assunte durante l’attività agonistica. Ma c’è l’ammissione di un altro grande campione di quei tempi.
“Dicevano che erano vitamine”
A parlare è l’ex attaccante rumeno, Florin Raducioiu, che in Italia ricordiamo con le maglie di Bari, Verona, Brescia e Milan. Esponente di quella Romania delle meraviglie, che aveva talenti come Ioan Ovidiu Sabau, ma, soprattutto, Gheorghe Hagi. È uno dei soli tre calciatori, insieme al danese Christian Poulsen e al montenegrino Stevan Jovetić, ad aver militato nei cinque principali campionati europei (Primera División, Premier League, Bundesliga, Serie A e Ligue 1).
Ebbene, Raducioiu ha, se possibile, rincarato la dose rispetto a quanto affermato già da Dino Baggio. L’ex talentuoso attaccante, aveva dichiarato che, in quegli anni, i calciatori prendevano pillole e facevano flebo e che era sempre stato detto loro che fosse glucosio. Senza ulteriori precisazioni. In quel periodo, infatti, non c’era l’informazione che c’è oggi.
Frasi che, ovviamente, hanno creato grande allarme. Successivamente, lo stesso Raducioiu ha detto che avrebbe contattato il medico di quegli anni per chiedere delucidazioni. Cosa che, evidentemente molto preoccupato, afferma di aver fatto. E il medico del tempo gli avrebbe risposto che in quelle flebo vi erano vitamina C, vitamina B e un’altra sostanza che riduceva il processo di affaticamento dei muscoli. E il colore rosa di quelle soluzioni dipendeva dalla vitamina B. Spiegazioni che avrebbero rassicurato l’ex attaccante. Ma sapremo mai la verità su quegli anni?