La Ferrari 312 B3, nota a tutti come “spazzaneve” per via delle sue forme, ha avuto una storia travagliata. Scopriamo insieme qual è.
La serie 312 B3 è considerata da tutti come una delle Ferrari meno competitive della storia. Ma pose le basi per lo sviluppo della serie 312 T, che portò la casa automobilistica ai vertici della Formula 1.
La Ferrari 312 B3, conosciuta come “spazzaneve”, per via delle sue forme, è stata la vettura più deludente della storia della Formula 1. Questo modello fu guidato da Jacques Bernard Ickx, detto Jacky e Arturo Francesco Merzario. Ma nessuno dei due piloti riuscì ad ottenere dei risultati importanti. È stato uno dei progetti più malriusciti del Cavallino, ma grazie alla sua realizzazione portò allo sviluppo della vettura 312 T, che riuscì a riportare la casa automobilistica ai vertici della Formula 1, dopo anni in cui non brillò. Questa vettura presentava un frontale alquanto originale, tanto da farle valere il soprannome “spazzaneve”. I piloti non erano soddisfatti completamente di questa nuova vettura, progettata da Mauro Forghieri, che fu poi sostituito da un team guidato da Sandro Colombo, il quale decise per la prima volta di far costruire la scocca della nuova B3 dai telaisti inglesi.
Quando si pensa alla Formula 1 è normale pensare a grandi case automobilistiche, l’immaginario lega questa competizione, per noi Italiani, alle grandi vittorie della Rossa di Maranello. In molti non si ricorderanno il grande “flop” della Ferrari. Era il 1972 quando Mauro Forghieri, progettò per la prima volta questa nuova vettura. Ma il risultato non fu come da lui sperato: anche i piloti non erano soddisfatti completamente da questa nuova 312 B3, tanto che alla fine il responso finale tendeva a rimanere sospeso, fino a che ad un certo punto si decise di smettere di svilupparla.
Fu presentata per la prima ad agosto del 1972, ma da subito si erano riscontrati dei problemi, come ad esempio il suo passo ridotto, che la rendeva difficile da guidare. La stampa ipotizzò che potesse essere grazie proprio ad essa che la Ferrari potesse tornare ai vertici della Formula 1. Ma in realtà non fu così. Grazie però alla 312 B3 nel 1973 fu progettata un’altra vettura, la 312 T che gareggiò nel 1975 e nei primi mesi del 1976. E fu proprio questa a riportare ai grandi vertici la Ferrari.
Si era anche ipotizzato che potesse affiancare in gara a Monza le B2 guidate da Icky e Regazzoni, come terza vettura nelle mani di Arturo Merzario, che era impiegato come collaudatore sul circuito brianzolo. Ma alla fine, non se ne fece nulla. La 312 B3 fu venduta ad un appassionato giapponese di auto. Fece ritorno in Italia solo 18 anni dopo e nel 2004 fu acquistata e conservata tutt’ora da un collezionista ticinese.
È stata considerata all’epoca una delle vetture più mal riuscite dalla scuderia Ferrari, ma, guardando indietro i traguardi raggiunti dalla scuderia rampante, il fallimento di questo progetto ha spinto la casa di Maranello a cercare altre soluzione ed attraverso questi nuovi sviluppi, scrivere la storia delle competizione sportive e diventare ancor più un emblema. Le nuove vetture nate successivamente, hanno consentito di ottenere i primi posti della classifica sia dei costruttori che dei piloti della Formula 1.