La Commissione Europea si impegna a garantire il rispetto dell’ambiente, peccato che le iniziative prevedano un enorme dispendio di denaro da parte dei cittadini residenti nel continente. Approfondiamo insieme l’argomento.
L’aggravarsi della crisi climatica ha costretto i diplomatici europei a prendere delle drastiche decisioni, in modo da rimediare agli errori dell’uomo.
Negli ultimi mesi, il nostro Pianeta ha inviato dei messaggi di allarme e malessere notevoli: nei mesi estivi abbiamo assistito al diffondersi di una terribile condizione di siccità, fattore che ha contribuito alla perdita dei raccolti e alle difficoltà di moltissimi agricoltori e professionisti del mestiere; ora, nella stagione invernale, le piogge torrenziali stanno mietendo le prime vittime. Gli Stati Uniti hanno evacuato moltissime abitazioni, soprattutto nei pressi della California, proprio per evitare che i cittadini rimangano intrappolati nelle loro stesse case.
Nel frattempo, in Italia le temperature calde e miti provocano una fioritura precoce di moltissime specie di fiori, così come dello sviluppo degli agrumi. Fattore incredibilmente affascinante, ma al contempo sicuramente inquietante. Per questo motivo, la Commissione Europea ha deciso di sviluppare una vera e propria politica green da attuare nei prossimi anni. Peccato che tali provvedimenti comportino un dispendio di denaro da parte dei cittadini resistenti.
Commissione Europea, la politica green: un’arma a doppio taglio per i cittadini residenti
La Commissione Europea ha approvato un provvedimento particolarmente drastico: entro il 2030 tutte le abitazioni costruite sul territorio dovranno rispettare la classe energetica E, la quale contempla fondamentalmente emissioni zero. Di conseguenza, ogni cittadino si deve impegnare a ristrutturare la propria dimora, sostituendo i vecchi impianti ed installando dispositivi tecnologici innovativi pensati per il rispetto dell’ambiente. Tra le Nazioni che potrebbero affrontare con più difficoltà il seguente provvedimento troviamo sicuramente il nostro Paese. Sono pochissime infatti gli immobili costruiti in Italia, effettivamente in grado di rispettare i requisiti della classe energetica E. Come spiegato da Enea infatti, il 35% delle abitazioni non rispetta le caratteristiche previste dalla manovra della Commissione Europea (parliamo di oltre 58 milioni di immobili, considerando solo quelli censiti e registrati).
Come se non bastasse, laddove un qualsiasi cittadino si rifiuti di utilizzare i propri risparmi nella ristrutturazione della casa, si vedrà costretto a pagare delle multe salatissime. Ogni italiano o cittadino residente avrà a disposizione sette anni per trasformare il proprio immobile in una struttura ad emissioni zero. Tutto questo, ovviamente di tasca propria. A quanto ammonta quindi il costo complessivo? La cifra è sconvolgente.
Miliardi nella politica green, la decisione della Commissione Europea
La cifra necessaria per applicare la politica green al nostro Paese corrisponde a ben 120 miliardi di euro, precisamente 12 miliardi ogni anno. E’ bene sottolineare che alcune abitazioni sono esentate dal rispettare la decisione del Continente. Facciamo quindi riferimento ai luoghi di culto e alle chiese – controllando principalmente le seconde case che superano i 150 metri quadri e non solo.
Non verranno toccate le abitazioni considerate immobili storici e quindi collocate in una zona che non può essere soggetta ad eventuali ristrutturazioni e modulazioni degli impianti. Ad ogni modo, i dettagli sono ancora da decidere: l’ultima parola spetterà comunque al singolo Stato.