La rinegoziazione del mutuo rappresenta una possibilità confermata dalla Legge di Bilancio 2023, tuttavia per accedervi occorre rispettare determinati requisiti. Inoltre, non sempre il passaggio richiesto conviene effettivamente al cittadino.
Pochissimi cittadini italiani riescono effettivamente ad ottenere un mutuo presso la propria banca di riferimento, questo a causa dell’aggravarsi della crisi economica.
Il rincaro dei prezzi ha riguardato inevitabilmente anche il mercato immobiliare, motivo per cui diversi cittadini hanno valutato l’eventualità di eseguire il passaggio da tasso fisso a tasso variabile, in riferimento al mutuo e agli importi mensili da pagare. Tuttavia, per accedere a questa possibilità occorre comunque possedere determinati requisiti. Inoltre, non sempre conviene accettare di pagare importi influenzati dal valore di mercato (come accade per il tasso variabile). A questo proposito, approfondiamo insieme l’argomento.
Rinegoziazione del mutuo, in cosa consiste?
Quando parliamo di rinegoziazione del mutuo, facciamo riferimento all’eventuale passaggio da tasso fisso a tasso variabile. La differenza risiede fondamentalmente nel fatto che il tasso fisso prevede appunto un importo mensile fisso da pagare, mentre la possibilità di tasso variabile consente di modulare l’importo mensile sulla base del valore di mercato attuali. Proprio in riferimento a questo ultimo dettaglio, molti cittadini italiani avrebbero richiesto di passare da tasso fisso a tasso variabile, in seguito all’aggravarsi della crisi economica vigente nel nostro Paese. Tuttavia, per accedere a tale possibilità prevista dalla Legge di Bilancio 2023, occorre rispettare determinati requisiti.
Prima di tutto, la data di stipula del contratto relativo al mutuo deve essere antecedente al 1 gennaio 2023 (giorno in cui è divenuta vigente la Legge di Bilancio prevista dal nuovo Governo); in secondo luogo, l’importo di debito non deve superare i 200.000 euro; il cittadino deve rispettare tasso e rata variabili per tutta la durata del contratto; l’ISEE relativo al nucleo famigliare al momento della richiesta non deve superare 35.000 euro annui; infine, non devono essere registrati ritardi nel pagamento della rata, salvo ovviamente diverso accordo tra le parti. Questi sono i requisiti fondamentali per accedere alla possibilità di rinegoziazione del mutuo.
Passaggio da tasso fisso a tasso variabile, conviene davvero?
E’ bene sottolineare che l’ultima parola spetta comunque alla banca di riferimento, di conseguenza – anche laddove il cittadino confermi i requisiti espressi – non è detto che riesca ad ottenere effettivamente la rinegoziazione del mutuo. Tralasciando questo aspetto prettamente burocratico, conviene davvero eseguire il passaggio da tasso fisso a tasso variabile? In realtà, non particolarmente.
Il tasso variabile prevede un’influenza notevole rispetto ai costi di mercato, motivo per cui potrebbero giungere dei mesi in cui il cittadino si vede costretto a pagare molto di più. Inoltre, nell’eventualità in cui l’importo rimanente risulti particolarmente modesto, tale passaggio appare fondamentalmente inutile. Il tasso fisso al contrario permette al cittadino di eseguire una vera e propria programmazione delle spese, nella consapevolezza dell’importo mensile da pagare. La Legge di Bilancio 2023 prevede di poter passare da tasso fisso a variabile, ad ogni modo – prima di eseguire la rinegoziazione del contratto – consigliamo di analizzare approfonditamente pro e contro della scelta.