Era prevedibile un aumento del costo del servizio dei trasporti, questo a causa del rincaro dei prezzi della benzina e del carburante in generale. Ora, anche gli abbonamenti subiranno l’effetto dell’inflazione.
I prezzi della benzina schizzano alle stelle, ora persino il servizio di trasporto pubblico subisce l’effetto dei rincari e dell’inflazione.
Il Governo Meloni non ha rinnovato la manovra relativa al taglio delle accise, pensata da Mario Draghi per limitare i danni della crisi energetica. Di conseguenza, il costo della vita in termini di trasporti (pubblici o privati) aumenterà inevitabilmente. In particolare, questo influenzerà persino gli abbonamenti di autobus, tram e simili. Secondo recenti stime, nel 2023 le famiglie italiane spenderanno ben 2.435 euro in più per accedere a qualsiasi servizio concesso dallo Stato. Nel frattempo, l’Europa prosegue nel processo di indipendenza energetica, obiettivo che ha acquisito importanza di fronte alla guerra in Ucraina scoppiata nel febbraio del 2022.
Il conflitto infatti ci riguarda direttamente, in quanto la Commissione Europea (Italia inclusa) sta tentando di aiutare Zelesky nella difesa contro le truppe di Putin. La possibilità di raggiungere un accordo sembra ancora un desiderio lontano, motivo per cui i Paesi membri stanno proseguendo con la linea di isolamento energetico. Ora, vediamo l’effetto della crisi sui servizi di trasporto pubblico.
Aumento del costo dell’abbonamento per i trasporti
L’aumento del costo dell’abbonamento per i trasporti riguarderà tutto il territorio nazionale e corrisponderà ad un minimo di 20 centesimi, fino ad un massimo di 50 centesimi. In particolare, considerando le grandi città regionali, il costo contemplerà le seguenti cifre: Roma 2€, Milano 2,20€, Parma 1,60€, Ferrara 1,50€, Napoli 1,20€ ed infine Foggia con 1,10€. Come se non bastasse, l’aumento non riguarderà solo l’abbonamento dei trasporti pubblici, bensì anche lo stesso costo della benzina ai distributori e del pedaggio autostradale.
Come abbiamo anticipato, il Governo Meloni non ha approvato nuovamente la manovra relativa al taglio delle accise, motivo per cui negli ultimi giorni il costo della benzina ha raggiunto i 2 euro. Inoltre, i pedaggi autostradali subiranno un rincaro del 2%, percentuale a cui si sommerà un ulteriore cifra del 1,34% nel mese di luglio. Per comprendere meglio le conseguenze sui cittadini italiani, sottolineiamo che questo significa che ad esempio il pedaggio da Roma Sud a Milano Ovest passerà da 46,5 € del 2022 a 47,3€ nel 2023. Proprio da questi dati, si evince che la stima citata precedentemente corrisponde a verità: nell’anno corrente le famiglie italiane spenderanno oltre 2.000€ in più semplicemente nei trasporti e nell’utilizzo del proprio veicolo.
Il Governo non rinnova il taglio delle accise, cosa succederà?
Senza il taglio delle accise i distributori proseguiranno con la linea adottata nel mese di marzo 2022, quando il prezzo della benzina aveva raggiunto livelli mai visti prima. Questo potrebbe provocare l’ennesimo disagio per la maggior parte delle famiglie italiane.
Occorre ideare una manovra che consenta di limitare i danni portati dalla crisi energetica, altrimenti moltissimi cittadini potrebbero ritrovarsi impossibilitati anche nella semplice azione degli spostamenti. Vedremo quindi cosa succederà esattamente nei prossimi mesi.