Pensioni, per andarci devi attendere meno di quanto credi: ecco cosa potrebbe accadere in questo 2023, i dettagli a riguardo.
Questo 2023 si è aperto con al centro un argomento sempre caldissimo, ovvero quello delle pensioni; inevitabilmente, la nuova manovra economica stilata dal governo Meloni ha avuto come argomento anche le pensioni, che col nuovo tasso d’inflazione subiranno una rivalutazione.
Oltre agli aumenti degli assegni, potrebbero però esserci delle buone notizie per chi è sul punto di andare in pensione: per andarci potresti attendere meno di quanto credi, ecco i dettagli in merito.
Per questo 2023, a causa dell’aumento dei costi della vita, gli assegni pensionistici verranno aumentati; il rapporto è stato ricalcolato in base al tasso di inflazione individuato dall’Istat, col ricalcolo a favorire in particolar modo le fasce di reddito più basso per andare incontro agli anziani maggiormente in difficoltà. Il nuovo sistema prevede non più tre fasce, ma sei, col ricalcolo che va dal 100% per la fascia di reddito più bassa, per arrivare poi via via all’85% e poi scendere ancora per le fasce di reddito più alte. Ma per chi invece vuole andare in pensione quest’anno, cosa succede? Ecco tutte le novità in merito al nuovo regolamento, alcuni potrebbero lasciare il lavoro e andare in pensione molto prima di quanto pensassero.
Come riportato anche da Il Messaggero, in primis le pensioni minime potranno beneficiare di un aumento; per gli over 75, in maniera esclusiva per il 2023, le pensioni minime saranno infatti portate a 600 euro, una soglia più alta rispetto ai 563 risultanti dalla rivalutazione completa. Quanto a chi invece vuole fare domanda di pensione per quest’anno, chi possiede 62 anni con 41 anni di contributi versati (quota 103) potrà andare in pensione con una finestra mobile fissata a tre mesi per i lavoratori privati, mentre sei mesi per i lavoratori pubblici (coi mesi che arrivano a sette per chi ha raggiunto i requisiti a dicembre). Gli interessati saranno particolarmente i nati nel 1960 e nel 1961 (quindi 62 e 63 anni), considerando come le generazioni più anziane siano già uscite con quota 100 e le più giovani risultano invece ancora bloccate.
Stando alla nuova manovra, la pensione non potrà comunque superare le cinque volte il trattamento minimo (36.595 euro annui per il 2023) fino a che non saranno raggiunti i 67 anni o verranno soddisfatti i requisiti per l’anticipata; alcuni potrebbero dunque decidere di rinviare il pensionamento. Novità anche per quanto riguarda Opzione donna, considerando come l’età di accesso alla misura è ora fissata a 60 anni, in aggiunta ai 35 anni di contributi versati; la soglia si abbassa di un anno per ogni figlio (fino al massimo di due anni) e l’utilizzo verrà limitato alle donne che si trovano in una situazione di svantaggio come a seguito di licenziamento, oppure che hanno una disabilità riconosciuta di almeno il 74% o sono considerate care givers.