Aumento delle Pensioni dal 2023, ecco i dettagli in merito alle possibili novità in arrivo dal prossimo anno; ci rimettono davvero sempre i più poveri?
Il tema delle pensioni continua ad essere al centro di diversi dibattiti, non soltanto quello politico. Ormai la campagna elettorale è alle spalle e, ufficialmente in carica, il governo Meloni dovrà affrontare la questione con possibili riforme in merito; stando agli ultimi dettagli, tra l’altro, a partire da gennaio 2023 ci sarà una rivalutazione degli assegni pensionistici.
Il sistema era già stato previsto dal precedente esecutivo guidato da Mario Draghi e, ormai vicini a novembre, è pronto per entrare in vigore a partire proprio dal nuovo anno; ci sarà quindi un ricalcolo degli assegni pensionistici, anche se pare abbia già cominciato a far nascere diverse polemiche. Davvero andrà a favorire i più ricchi e a svantaggiare i più poveri?
Aumento delle Pensioni dal 2023: il ricalcolo
Come riportato da diverse testate (compreso anche Il Giornale) a partire dal prossimo gennaio 2023 ci sarà un ricalcolo degli assegni pensionistici, in modo tale da bilanciarli col tasso di inflazione emerso dai nuovi dati; stando al sistema pensato dal governo Draghi quindi, in relazione all’inflazione la nuova quota sarà applicata al 100% per l’importo di pensione fino a quattro volte il trattamento minimo (ovvero al momento corrispondente circa alla cifra di 525 euro). Per altri casi invece, sarà del 90% (per l’importo da quattro a cinque volte) e del 75% per l’importo superiore a cinque volte. Il ricalcolo è dato dal nuovo indice d’inflazione, stabilito dall’Istat intorno alla percentuale del 7,3%. Ma questo sistema è davvero equo? Per alcuni, ancor prima dell’applicazione, la risposta è negativa.
Il sistema per il ricalcolo degli assegni pensionistici: sfavorisce qualcuno?
Secondo alcuni, questo nuovo sistema andrà a favorire specialmente i più ricchi, accendendo una nuova polemica intorno alle pensioni; a prescindere dai pareri personali, però, quel che è certo e che tutti gli assegni pensionistici verranno ritoccati verso l’alto, per una decisione presa circa un anno fa dal governo Draghi proprio per far fronte al costante aumento dei prezzi. Anche il nuovo esecutivo guidato da Giorgia Meloni (e con Giancarlo Giorgetti come Ministro dell’Economia) ha dato via libera alla misura lo scorso 9 novembre, dando quindi continuità al lavoro fatto in precedenza.
Questo meccanismo di calcolo che scatterà il prossimo gennaio porterà, a conti fatti, nelle tasche dei pensionati all’incirca una mensilità in più di pensione, “spalmata” per i mesi di erogazione dell’assegno; come riporta la fonte, stando alle prove effettuate in una simulazione del sindacato dei pensionati della Cgil (Spi) gli aumenti andranno da un minimo di 39 euro (al netto dell’Irpef) a un massimo di 171 euro, col calcolo ispirato al criterio di progressività contenuta. Arriveranno altri cambiamenti in merito alle pensioni il prossimo anno? Il tema rimane comunque centrale nel dibattito.