Saviano a processo per aver detto che Meloni e Salvini sono dei bastardi. “Non mi pento, rifarei tutto”

L’autore di Gomorra non torna sui suoi passi: rivendica con orgoglio l’insulto rivolto a Giorgia Meloni e Matteo Salvini.

Era il 2020 quando, durante una puntata di PiazzaPulita, il giornalista Roberto Saviano definì “bastardi” i due leader di Centrodestra Giorgia Meloni e Matteo Salvini per le loro politiche in fatto di immigrazione. A distanza di due anni il giornalista non solo non si pente ma, addirittura, si sente lui vittima.

Roberto Saviano Instagram

Vi sarà tornato alla mente tutto il ciarpame detto sulle ong: ‘taxi del mare’, ‘crociere’… viene solo da dire bastardi, a Meloni, a Salvini, bastardi, come avete potuto? Come è stato possibile, tutto questo dolore descriverlo così?”– le parole di Roberto Saviano a Piazza Pulita. La leader di Fratelli d’Italia, oggi presidente del Consiglio, lo querelò. E l’anno scorso il giudice per le indagini preliminari le diede ragione definendo l’attacco di Saviano esorbitante, rispetto al diritto di critica politica e rinviando a giudizio l’autore di Gomorra il quale ora rischia tre anni di carcere. Martedì prossimo si celebrerà a Roma la prima udienza del processo per diffamazione. La scrittrice Michela Murgia ha già detto che non mancherà all’appuntamento e, neanche a dirlo, farà il tifo per Saviano: “Voglio vederla in faccia questa Destra che appena sente la parola cultura mette mano alla querela”– disse Murgia a inizio ottobre.

Ma Michela Murgia non è l’unica a difendere Saviano. A sostegno del giornalista anche Burhan Sonmez, presidente della Pen International, associazione di scrittori che si batte per la libertà di espressione nel mondo. Con una lettera-appello pubblicata dal quotidiano torinese La Stampa, Sonmez ha chiesto al premier Giorgia Meloni di ritirare la denuncia. In pratica, agli occhi di chi lo difende, Roberto Saviano non avrebbe insultato pesantemente due persone ma avrebbe solo espresso pacificamente la sua opinione. Inoltre si accusa il Governo italiano di denunciare e incarcerare i giornalisti per quello che dicono o per quello che scrivono. Lo stesso Saviano si sente vittima in questo processo. Infatti, oltre a rilanciare sui social l’appello di Sonmez, ha rilasciato – sempre alla Stampa – un’intervista in cui non solo non ha chiesto scusa a Matteo Salvini e a Giorgia Meloni, ma si è addirittura detto fiero di averli insultati. “Rivendico la mia indignazione e il mio più profondo disprezzo” – ha precisato. E nessuno contesta il fatto che lui personalmente possa disprezzare suddetti politici: affari suoi. Tuttavia definirli pubblicamente “bastardi” non è più affare solo suo ed è di questo che Roberto Saviano dovrà rispondere davanti alla legge.

Fonte: Stampa, Giornale

Gestione cookie