Il marò Massimiliano Latorre, assolto definitivamente dopo anni di traversie giudiziarie, ora chiede allo Stato un maxi risarcimento.
Latorre ha passato anni a diversi difendere. Ora, assistito dall’avvocato Fabio Anselmi – il legale che ha assistito anche la famiglia di Stefano Cucchi – ha deciso di passare dalla parte dell’accusatore.
La vicenda dei due fucilieri di Marina pugliesi sembrava chiusa per la giustizia e per l’opinione pubblica dopo l’archiviazione. I due per dieci anni sono stati in balia di traversie giudiziarie, accusati di aver ucciso nel 2012 due pescatori indiani in una missione antipirateria a bordo della nave mercantile Enrica Lexie. Lo scorso febbraio il Gip di Roma ha stabilito che si trattò di legittima difesa. Per i due marò pertanto poteva ricominciare una nuova vita. Tuttavia, ora, uno dei due fucilieri – Massimiliano Latorre – ha deciso di avviare un’azione legale e chiedere allo Stato un maxi risarcimento per non averlo tutelato nel corso della vicenda danneggiando la sua carriera, la sua sfera privata e la sua libertà anche dopo il rientro definitivo in patria. E anche per averlo rispedito due volte in India esponendolo al rischio della pena di morte.
Accuse che presto potrebbe rivolgere allo Stato anche l’altro marò, Salvatore Girone. Latorre è rappresentato dai legali Silvia Galeone e Fabio Anselmo, già noto per aver assistito per anni la famiglia di Stefano Cucchi. Proprio Anselmo ha puntualizzato che la gestione da parte del Governo italiano non è stata soddisfacente e in linea con il rispetto delle situazioni personali, umane e familiari dei due marò. Auspica in una maggiore sensibilità da parte del nuovo Esecutivo guidato da Giorgia Meloni. “Quello che hanno sofferto i due militari merita considerazione da parte dello Stato. Penso si confidi anche sul fatto che l’attuale Governo, i cui esponenti politici sono sempre sembrati particolarmente sensibili nei confronti dei due militari, si faccia carico di ciò che deve essere loro riconosciuto“- le parole dell’avvocato. La richiesta di risarcimento ora è nella fase preliminare della causa vera e propria.
Quanto all’ammontare della richiesta di risarcimento, il legale non entra nel dettaglio ma ha lasciato intuire che Latorre dovrà essere risarcito per il calvario giudiziario subito in questi dieci anni. I fucilieri furono arrestati nello Stato del Kerala a febbraio del 2012. Nei primi due anni tornarono due volte in Italia, per una licenza a Natale e per votare. In entrambi i casi dovettero rientrare in India. Nel 2014 Latorre tornò e rimase in Italia per curarsi dopo un ictus che lo colpì nell’ambasciata italiana a Delhi dove furono entrambi trasferiti dopo 106 giorni di prigionia. Girone rientrò in patria definitivamente nel 2016 dopo un lungo lavoro diplomatico. Entrambi i militari, dopo l’archiviazione delle accuse in Italia, non hanno più nascosto il loro disappunto. Girone, in un post che risale a fine agosto, ha ricordato i giorni della detenzione e ha scritto: “Non riesco a credere come il nostro Governo italiano non abbia avuto la prontezza e le competenze per difenderci da quelle pugnalate e dal quel terrore che rimarrà negli occhi e nella mente per il resto della mia vita”.
Fonte: Ansa, Repubblica