Non buone nuove per coloro che abitano in un condominio. Sono in arrivo brutte notizie a causa dell’aumento dei costi
Negli ultimi mesi i cittadini italiani (e non solo) hanno iniziato a vivere uno dei periodi economicamente più difficili degli ultimi decenni. Le tensioni geopolitiche (sfociate in una guerra sanguinosa) hanno portato ripercussioni economiche e sociali in tutto il mondo, causando problemi radicali.
La crisi energetica e l’inflazione, ha diminuito il potere di spesa dei cittadini, che ora dovranno affrontare spese carissime come le bollette, ma non solo. Ci sono infatti brutte notizie se abiti in un condominio. Ecco perché.
Purtroppo, l’aumento dei costi delle bollette non ha affatto tardato nel farsi sentire. Sono moltissimi i cittadini e le imprese che hanno a che fare con rincari anche importanti degli ultimi mesi. Ma non ci sono affatto buone notizie per coloro che abitano in un condominio. Ecco perché.
Nonostante gli aumenti dei prezzi sono ormai sotto gli occhi di tutti (e in ogni settore economico e della vita quotidiana delle persone), ora i rincari potranno essere ancora più visibili. Ad essere maggiormente colpiti, infatti, saranno coloro che abitano in un condominio, in quanto l’aumento generale dei prezzi sta causando un rincaro dei costi condominiali. Luce e gas hanno visto i loro costi raddoppiare, con milioni di famiglie che hanno deciso di non pagare, causando un incremento della morosità.
Secondo i dati sono circa 2,6 milioni i cittadini che hanno scelto di non pagare uno o più fatture energetiche. Un dato che potrebbe interessare moltissimi condomini in cui vi è il riscaldamento centralizzato. I dati raccolti dagli istituti mUp Research e Norstat, infatti, una famiglia media di quattro persone vedrà un aumento dei pagamenti delle bollette di circa 2.500€, con un costo complessivo di 4.700€.
L’indagine condotta per Facile.it ha evidenziato un fenomeno che vede quasi 2 cittadini su 3 saltare il pagamento delle bollette per la prima volta. Ammonta a circa il 10,7% della popolazione la porzione di cittadini che hanno dichiarato di aver saltato i pagamenti. Una tendenza maggiormente evidente al Centro Italia (11,5%) e al Sud e nelle Isole (11,2%).