Riccardo, Leonardo, Eleonora e Giovanni: chi li ha uccisi è già tornato a casa

Una condanna di 8 anni già pareva irrisoria per aver tolto la vita a quattro ragazzi: Riccardo Laugeni, Leonardo Girardi, Eleonora Frasson e Giovanni Mattiuzzo. Ma dopo appena una settimana le porte del carcere si sono riaperte e l’uomo è potuto tornare a casa.

Un errore burocratico. Un banale errore di notifica e il 30enne romeno Marius Alin Marinica, dopo appena una settimana, è potuto tornare a casa sua.

Il 30enne, nel 2019, aveva causato la morte di quattro giovani speronando la loro auto. I fatti avvennero a Jesolo, nel veneziano. La madre di Riccardo Laugeni, una delle vittime, ha così commentato la scarcerazione dell’assassino del figlio: “Sono leggi giuste queste, è un Paese giusto quello che permette questo? Sì, l’assassino di mio figlio è uscito di galera secondo la legge italiana, ma forse allora la legge italiana non dovrebbe essere “uguale per tutti”, bisognerebbe cambiare quella frase che si legge nei tribunali: il responsabile della morte di quattro ragazzi non dovrebbe poter usufruire delle stesse possibilità di chi, magari, ha rubato un panino per fame“. Marius Alin Marinica, non è rimasto in carcere neppure una settimana. Anzi neppure un giorno. L’uomo è sempre stato ai domiciliari. L’ordine di trasferirlo in cella era datato 14 ottobre ma il 20 è arrivata la revoca che lo ha rimandato a casa.

Tutta colpa di un errore burocratico: la Procura veneziana ha ritardato di un giorno il decreto per il trasferimento del 30enne in prigione, andando così oltre il termine ultimo previsto dalla legge. All’avvocato della difesa è bastato appellarsi a questo vizio di notifica per far tornare il suo cliente a casa propria, dove comunque era rimasto rinchiuso per gli ultimi tre anni. I familiari dei quattro ragazzi rimasti uccisi nello schianto di tre anni fa avevano cercato di mettere in guardia il procuratore capo Bruno Cherchi da questa eventualità: giovedì 13 si erano fatti sentire con un appello attraverso il loro avvocato, il giorno seguente erano proprio corsi in tribunale a protestare, ma ormai era troppo tardi e quando le carte sono state firmate, in serata, si era già oltre il limite massimo. E così Marius Alin Marinica è potuto tornare a casa propria con il benestare dei giudici. Era la notte del 14 luglio 2019 quando l’auto di Marinica travolse quella dei 4 ragazzi che, per l’impatto violentissimo, finì capovolta nell’acqua del canale. Per i quattro giovani non ci fu scampo. Marinica non si fermò neppure a cercare di soccorrere le vittime: le lasciò morire senza preoccuparsene. Successivamente le perizie legali arrivarono alla conclusione che non era possibile stabilire se rispettare i limiti di velocità – Marinica quella notte correva a 77 chilometri orari invece di 70, stando ai rilievi – avrebbe fatto qualche differenza. Di sicuro se non avesse speronato la vettura su cui viaggiavano quei 4 ragazzi una differenza ci sarebbe: sarebbero ancora tutti e 4 vivi e con le loro famiglie.

Fonte: Corriere della sera, Secolo XIX

 

Gestione cookie