La questione gas è sempre al centro. La Russia che interrompe, a singhiozzo le forniture, e il nostro Paese che deve fare i conti con il risparmio energetico per affrontare l’inverno al meglio. Ma non è così semplice.
La situazione non si prospetta delle migliori e anche dall’ENI fanno capire che sarà un inverno diverso.
Un inverno diverso, dove sarà necessario fare anche ricorso ad altri tipi di energia per poterci riscaldare. Il gas ci sarà, sì, ma non più con forniture pari al 100% come lo è sempre stato. Dalla Russia la situazione non è delle migliori e si può ben capire come e perché il gas, diretto anche nel nostro Paese, arrivi a singhiozzo.
A farci capire se ci saranno carenze sul nostro territorio è l’Ad di Eni, Descalzi il quale afferma che l’Italia ha fatto tutti gli sforzi possibili, ma le forniture non saranno a stoccaggio del 100% come gli anni precedenti.
Un inverno al freddo? Questo sicuramente no, ma in economia di certo: “Dobbiamo arrivare agli stoccaggi pieni per questo inverno. Più sono saturi, vicini al 100%, più riusciremo a mantenere i picchi invernali” – afferma l’amministratore delegato.
Ciò che preoccupa, però, è che accanto alla fornitura di gas per il prossimo inverno, è anche la sua quotazione. Ad oggi è di circa 130€ al megawattora, a discapito di un Ttf che è vicino ai 200€: “Questo è legato al fatto che l’offerta supera la domanda. E che gli stoccaggi sono alti […] Dobbiamo cercare arrivare fino al 100% degli stoccaggi, dobbiamo sfruttare questo momento” – ha continuato Descalzi, come riporta “Il Messaggero”.
Come descrive l’amministratore, negli ultimi quattro inverni, l’Italia ha avuto picchi di consumo che non superavano i 3 – 4 giorni. “Non sono tanti ma dagli stoccaggi abbiamo dovuto dare dai 110 a 130 mln di metri cubi aggiuntivi” – descrive. È ovvio che, se il periodo freddo sarà più lungo di quello previsto, più gli stoccaggi sono pieni, più è possibile affrontare con tranquillità la stagione.
Altro punto cruciale sono i rigassificatori. L’Italia non può fare affidamento solo a quello dell’Egitto e a quello dell’Algeria perché, anche da quelle zone, potrebbero esserci delle interruzioni (come in realtà già ci sono state). La necessità e la scelta di averne anche solo uno in più, o ampliare quelli che ci sono già nel nostro Paese, diventa sempre più una priorità, sia per il Governo uscente che per quello che sta per entrare.