È una delle misure economiche d’aiuto più controverse che vedono contrapporsi, anche dopo le elezioni, chi è pro e chi è contro. Stiamo parlando del Reddito di cittadinanza. Ma siamo sicuri che sarà attivo per tutti anche nel 2023?
Un reddito che non è ben voluto, non solo dal prossimo Governo. L’Europa, infatti, chiede all’Italia di rivederlo.
Reddito di Cittadinanza: non sarà così facile ottenerlo
Rivedere il concetto di reddito di cittadinanza e capirne chi ne ha effettivo diritto e chi no, così come in parte chiede anche l’Europa? È uno dei tasselli sul quale il nuovo Governo italiano dovrà far fronte e chiarezza. Proprio dal Consiglio Europeo, infatti, è arrivata la proposta di raccomandazione sul reddito minimo che, ogni paese membro dovrà garantire ai suoi cittadini.
Una vera e propria proposta per modernizzare e “aggiustare” i canoni del Reddito di cittadinanza. Il concetto di reddito minimo è quello di riuscire ad accompagnare le persone più povere, aiutarle ad uscire dalla situazione di indigenza nella quale si trovano e permettere loro un reinserimento nel mondo del lavoro (a coloro che possono e sono in grado ancora di lavorare).
Questi sono i canoni da rispettare e, proprio sull’ultimo, la leader di Fratelli d’Italia, Meloni, è d’accordo. Se il nuovo Governo deciderà di attuare queste scelte consigliate dall’Europa, la rimodulazione e la distribuzione del reddito di cittadinanza, sicuramente sarà diversa e non tutti più riceveranno il sussidio ed il beneficio avuto finora.
Il reddito di cittadinanza è stato la bandiera del Movimento 5 stelle e, specie nelle regioni del Sud Italia, ha avuto il suo boom (sia in termini di sostegno economico, sia elettorale alle ultime elezioni). Ma sarà così ancora per tutto il 2023?
Cambierà qualcosa dal 2023?
Chi può fare domanda, ancora, per ottenere questo reddito? Il nucleo familiare che lo richiede dovrà avere, fra le altre clausole, un ISEE inferiore a 9360 euro annui, ma anche avere un patrimonio finanziario non superiore a 6.000 euro.
È anche necessario che il nucleo familiare che lo richiede non possegga, fra l’altro, autoveicoli immatricolati la prima volta nei 6 mesi antecedenti la richiesta. In pratica, se anche una persona giovane, nel pieno delle forze lavorative, possiede i requisiti richiesti, può ottenere il sussidio.
Una misura d’aiuto che, in larga parte, ha erogato fondi ma ha fallito anche dall’altro lato. Perché, ricordiamoci, che esistevano anche i famosi “navigator”, ovvero coloro che, opportunamente formati, avrebbero dovuto fare e trovare proposte di lavoro per coloro che percepivano il reddito. L’hanno fatto? O meglio, è stato dato loro la possibilità di farlo? E, dall’altro lato, i precettori del reddito hanno risposto oppure no?
Tutto questo, secondo Giorgia Meloni intenta a formare la nuova squadra di Governo, è da rivedere. Anche in concomitanza con le raccomandazioni arrivate dall’Europa.