È possibile utilizzare la pelle di maiale per aiutare l’uomo a riacquistare la vista perduta? Attraverso lo studio e la scoperta di alcuni ricercatori, sembra una realtà molto vicina a noi.
Partire dalle proteine contenute nella pelle del maiale per permettere all’uomo di riacquistare la vista. Vediamo come funziona.
Sembra, anche questa, pura fantascienza, ma vi assicuriamo che così non è. Uno studio fatto da alcuni ricercatori di oftalmologia alla Johns Hopkins Medicine, ci sta permettendo di pensare in grande. Di aiutare l’uomo anche grazie agli animali.
Quando si dice (secondo la tradizione popolare) “del maiale non si butta via nulla”, in effetti è vero. Questi ricercatori hanno scoperto che è possibile progettare protesi per gli occhi, utilizzando e partendo dalle proteine che sono presenti nella pelle del maiale. Il tutto per aiutare a correggere la disabilità visiva dovuta alla malattia dello stroma corneale, come descrivono gli stessi ricercatori.
Qual è la principale causa di perdita di vista al mondo? Proprio questa, sulla quale i ricercatori stanno studiando. La ricerca afferma che, questa disabilità può “esser corretta solo attraverso un trapianto di cornea” ma, allo stesso tempo, non tutta la popolazione mondiale ha lo stesso accesso a questo trapianto allo stesso modo.
Non in tutti i Paesi del mondo è possibile parlare (o si conosce) il concetto del trapianto dei tessuti e della donazione degli organi. Per questo motivo, anche per permettere a tutti la possibilità di curarsi, i ricercatori stanno cercando di mettere a punto questi nuovi tipi di protesi.
Ma in cosa consistono? La materia prima utilizzata è, proprio, la pelle di suino. Essa viene usata per creare una soluzione di collagene purificata, una sorta di idrogel che è molto simile e imita quasi la composizione della cornea dell’uomo.
Da lì, poi, il chirurgo pratica un’incisione sulla cornea danneggiata del paziente e cerca di inspessirla, in modo da ripristinare la sua corretta e normale funzione. L’esperimento per lo studio è stato condotto su ben 20 pazienti affetti da cheratocono, dove 14 di loro erano diventati completamente ciechi.
Con questo trattamento, di tutti i pazienti 3 hanno riacquistato la vista, mentre gli altri parzialmente. Ciò che ha colpito più di tutti è che, dopo due anni dal trattamento, nessuno di loro ha avuto rigetto alcuno, ne infiammazioni né cicatrici. Segno che l’intuizione dell’esperimento è stata giusta.
Un trattamento che è ancora in fase di studio, ma che promette bene.