Il caro energia sta, piano piano, toccando tutte le categorie sociali. A soffrirne di più sono le piccole aziende, magari quelle anche a conduzione familiare e con pochi operai. Cosa fare? Come reagire? Ecco la testimonianza di un fornaio.
Ha deciso di fare causa al suo fornitore dell’energia elettrica. Costi troppo alti e spese che non si riescono a sostenere.
Andrea: un fornaio sull’orlo della crisi
Uno sfogo, riportato dall’agenzia AGI, che non può essere ignorato. A farlo è un fornaio di 49 anni, Andrea, della provincia di Ravenna. Anche lui, come tantissimi altri italiani e non solo, si trova davanti al caro energia che, per la sua attività commerciale, sta diventando una spesa sempre più esosa.
Lo scorso mese di luglio ha ricevuto una bolletta di circa 5200€ in più rispetto alla stessa dello scorso anno (un passaggio da 900€ a più di 6000€, nel giro di soli 12 mesi). Per questo motivo, non potendo più andare avanti, ha deciso di chiudere la sua attività, e lo farà dal prossimo 24 settembre.
Ma non lo farà in silenzio. Per questo motivo, come riporta l’AGI, Andrea ha deciso di fare molto di più: “Chiuderò il 24 settembre, nel rispetto dei tempi tecnici e soprattutto per tutelare i diritti della mia unica dipendente” – spiega. La necessità di non finire nell’abisso è affiancata, purtroppo, all’arrivo di bollette della corrente elettrica che hanno cifre alle stelle.
La chiusura del negozio per le bollette troppo alte
Aveva rilevato, nel 2020, il forno dove lui stesso lavorava come dipendente e aveva investito, in questa nuova attività, tutti i suoi risparmi. Un fatturato che saliva, il guadagno c’era, fino a quando non è arrivata la mazzata del caro energia. Anche se i clienti non sono calati, le spese sono aumentate vertiginosamente, a partire dalle materie prime.
È stata proprio la bolletta del mese di luglio a portare Andrea a questa drastica decisione di chiudere il negozio: “Ho provato a cedere l’attività, ma nulla. Ho bloccato il muto della casa per poter pagare lo stipendio della mia dipendente” – racconta all’AGI. Inoltre c’è anche l’affitto del negozio e le rate dei macchinari ancora da pagare.
Anche sua moglie, che prima aveva un posto fisso, lo aveva lasciato per aiutare il marito nella sua nuova attività. E cosa fare adesso? Andrea sarà costretto a tornare a lavorare alle dipendenze di qualcun altro.
Nessun aiuto e una frase che, purtroppo (e giustamente anche sotto certi aspetti), anche Andrea è arrivato a dire: “In questo momento faccio davvero fatica a dire che sono fiero di essere italiano”.