Una mamma affetta da una sindrome che le impedisce di avere bambini, e la nascita della piccola Alessandra. Sembrano due cose apparentemente inconciliabili e, invece, è successo.
Un trapianto è riuscito a dare la speranza a questa giovane mamma. La piccola Alessandra è venuta alla luce qualche giorno fa.
Il progredire della scienza ha portato una giovane donna a realizzare il suo sogno, quello di diventare mamma. Lei era affetta da una sindrome molto rara e particolare: era nata priva di utero e, di conseguenza, non avrebbe mai potuto portare avanti una gravidanza. Ma all’età di 31 anni ha scelto di cambiare qualcosa nella sua vita.
Un trapianto di utero: il primo in Italia ed il sesto al mondo. Protagonista è una donna di 31 anni, affetta dalla sindrome di Rokitansky (sindrome dove la donna è, sin dalla nascita, priva di utero).
Il tutto è accaduto a Catania, all’ospedale “Cannizzaro”. E’ qui che è nata la piccola Alessandra. Un parto non facile, a differenza di una gravidanza sotto il segno della normalità, nonostante la particolare situazione della giovane mamma. Alessandra è nata alla 34esima settimana. Un parto cesareo alla quale la sua mamma è stata sottoposta, dopo che la febbre (causatale dal Covid) poteva causare non pochi danni.
Pesa 1.7 kg ed il nome è stato scelto dai suoi genitori in ricordo della donatrice deceduta che ha dato alla sua mamma, la possibilità di farla nascere.
Una storia speciale che parte dal trapianto di utero avvenuto ad agosto dello scorso anno, sempre a Catania, presso il Policlinico. Dopo di che, la mamma ed il papà hanno iniziato il percorso per accedere alla fecondazione assistita e permettere, quindi, la nascita della bambina.
Le difficoltà ci sono state e non sono state poche. Ma a rassicurare gli animi è stato proprio il dottor Pierfrancesco Veroux, professore ordinario di Chirurgia vascolare e trapianti dell’Università di Catania, che ha operato la giovane mamma. Ha affermato che, dopo la nascita della piccola, l’utero ha “confermato la piena funzionalità, facendo ben sperare per il futuro”.
Ora resta solo di aspettare il loro ritorno a casa visto che, mamma e figlia, sono ancora ricoverate, in condizioni stabili, ma stanno bene, all’ospedale del capoluogo etneo.