È uno dei brand più in voga per quel che riguarda l’abbigliamento. Ma non sempre H&M è stato “sincero” con i suoi clienti. Tanto da esser stata beccata in una vera e propria truffa. In cosa consiste?
A detta di una cliente, i vestiti dell’azienda non sono “sostenibili” come la stessa H&M dichiara. Cerchiamo di capire meglio.
H&M: sostenibilità o no?
Un’azienda diffusa in tutto il mondo e che porta avanti il suo brand e le sue linee moda di abiti femminili. H&M, colosso svedese dell’abbigliamento, conosciuto e diffuso in tutto il mondo, ha ingannato tutti i suoi clienti con pubblicità fuorvianti e non giuste per certi versi.
La stessa azienda era stata denunciata, come racconta l’agenzia AGI, nel 2019 dall’Authority norvegese proprio per aver fatto pubblicità ingannevole. Si parlava, allora, di “GreenWashing” ma, dallo scorso 30 marzo 2022, la commissione per l’ambiente dell’Unione Europea ha dichiarato guerra aperta proprio al greenwashing, proponendo delle norme e delle regole precise per tutelare i consumatori.
Per chiarirci, bisogna capire se ciò che acquistiamo è sostenibile, una volta che non lo useremo più e lo getteremo via, per l’ambiente oppure no. Ma ciò che accadde nel lontano 2019 per la H&M è stata poca cosa.
È infatti del 22 luglio un’azione legale collettiva, depositata al tribunale di New York, per indagare nuovamente se gli abiti proposti proprio dalla H&M rispettino questi canoni di sostenibilità. Tante sono state le indagini effettuate che hanno portato ad osservare come i prodotti del colosso svedese, in realtà, non erano “prodotti migliori per l’ambiente” come in realtà venivano descritti.
Una causa contro l’azienda
H&M ha, inizialmente, rimosso le scorecard ma, sempre come racconta un articolo dell’agenzia AGI, in un’altra indagine fatta si è scoperto che “le scorecard utilizzavano solo le medie dell’impatto ambientale dei tipi di tessuto”, come scrive AGI.
In poche parole, non viene fornito un vero e pieno impatto ambientale (dalla produzione alla vendita) del prodotto stesso. L’azione legale collettiva ha, inoltre, fatto osservare come le pubblicità di H&M diffondano proprio false dichiarazioni sulla sostenibilità dei propri prodotti, compresa la capacità dei suoi prodotti di “chiudere il ciclo”, vale a dire capire se, una volta finiti i capi, nel progetto di raccolta, stoccaggio e riciclo negli store, poi finiscano effettivamente in discarica.
I clienti, quindi, pagano di più capi considerati sostenibili quando, in realtà, non lo sono per niente. Una situazione che, di certo, non resterà unica nel suo genere, ma che non finisce qui.