Da Jack Dorsey a Elon Musk come si arriva al cambio di proprietà di Twitter, il social network più utilizzato dai potenti della terra e quali sono i nuovi scenari che si prospettano per gli utenti.
Nato come servizio di messaggistica evoluto Twitter è ben presto diventato la nuova frontiera dell’informazione. La notizia che si divulga attraverso l’interazione della rete.
Jack Dorsey è un intraprendete informatico non ancora trentenne quando, nel marzo del 2006, ha una straordinaria visione: creare un sistema di messaggistica semplice e di immediata fruizione attraverso il quale mettere in contatto un ristretto numero di utenti. Un progetto denominato “twttr” da cui il nome definitivo di Twitter che letteralmente significa “breve raffica di informazioni irrilevanti” e “cinguettio di uccelli”. Parola del vocabolario che ispirò Dorsey.
Il nuovo social ha avuto una diffusione immediata per la sua semplicità di utilizzo come antagonista di Facebook specialmente per la diffusione di notizie. Un nuova frontiera nel fare informazione basata proprio sull’interattività. Basti pensare che in quella tragica notte del 6 Aprile 2009 quando L’Aquila e l’Abruzzo furono squarciati dal terremoto Twitter diffuse la notizia con grande anticipo rispetto ai media tradizionali.
A 16 anni di distanza, con quasi 70 milioni di tweet giornalieri generati da poco meno di 320 milioni di utenti, il network azzurro è divenuto il social di riferimento dei potenti della terra. Tra questi questi c’è Elon Musk, uno degli uomini più ricchi del mondo, con i suoi 83 milioni di follower che ha più volte contestato le politiche di gestione della proprietà.
“La libertà di parola è il fondamento di una democrazia funzionante – ha dichiarato il CEO di Tesla – e Twitter è la piazza virtuale dove si discutono questioni di vitale importanza per il futuro dell’umanità”.
“Il potenziale della piattaforma è ancora tutto scoprire” – ha aggiunto Musk – ed per questo, probabilmente, che il magnate sudafricano ha deciso di acquisire Twitter per la cifra mostre di 44 miliardi di dollari: sviluppare ed ottimizzare tutte le possibilità che questo social offre.
Il futuro neo-proprietario – ricordiamo che l’operazione è stata accettata ma si concluderà solo entro la fine del 2022 – si è appellato ai suoi follower per sapere cosa vorrebbero cambiare della piattaforma.
La rete ha risposto che vorrebbe on line il famoso e agognato “Edit Button” ovvero la possibilità di modificare i tweet pubblicati. Una funzionalità molto discussa dal team di Dorsey perché si rischia di “inquinare la discussione pubblica”. Musk ha quindi dichiarato che due saranno le prime modifiche: “Algoritmi open source” per aumentare la fiducia” e lotta“ai bot”.
Dal punto di vista finanziario la prima azione della nuova proprietà sarà probabilmente quella di privatizzare. Togliere Twitter dalla borsa per non dover più sottostare alle stringenti norme della SEC (organo di controllo dei mercati statunitense) con il quale lo stesso Musk si è scontrato più volte.
Ripicca personale? Non necessariamente. Uscire dal mercato è anche poter sviluppare e crescere senza l’incubo di fatturati, di target da raggiungere, di trimestrali da presentare. In fondo non sarà certo Twitter la prima società ad uscire dal mercato azionario. Ma quello che probabilmente farà più riflettere i “grandi utenti” è cosa sarà di quella libertà di parola citata dallo stesso magnate.
La vecchia proprietà aveva iniziato una dura battaglia contro le fake news, la strada sarà ancora questa? Twitter potrà essere una piattaforma di sole notizie verificate? Per la risposta non ci resta che attendere i prossimi mesi.